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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae
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Un metodo veloce e sicuro per far radicare le succulente
Il metodo che uso più frequentemente per fare talee delle mie piante, sia per farne regali sia per salvare piante da sicura morte a causa della perdita di radici o marciumi, è la radicazione in torba acida o sfagno vivo.
La torba bionda di sfagno che uso ha un grado di acidità che può risultare anche meno di un ph 4.
Innanzitutto cosa sono in realtà la torba bionda di sfagno e lo sfagno? Per capire cosa sia la torba bionda è necessario che vi spieghi prima cosa è lo sfagno: si tratta di muschio. In natura ci sono diverse specie di muschi chiamati sfagni (anche con colorazioni diverse che variano dal verde fino al rosso scuro); le loro caratteristiche comuni sono la capacità di trattenere l’acqua e di purificarla. La crescita (che avviene sempre per altezza), fa sì che la parte vecchia sotto deperisca e si compatti, formando appunto la cosiddetta torba bionda di sfagno. Questa torba mantiene la stessa sofficità del muschio, è molto acida e per queste caratteristiche solitamente viene consigliata nella coltivazione delle piante carnivore. Si, per le piante carnivore! Ma allora perché usarla per le piante succulente che invece hanno bisogno di aridità, non farà marcire le talee? Beh ma voi avete mai sentito dire che l’acqua fa marcire? Si vero? Ma la cosa è alquanto errata, infatti il marciume non è dato dalla quantità di acqua anzi l’acqua proprio non provoca nessun marciume. Il marciume è provocato dalle spore dei funghi presenti sia nel terreno che nell’aria e anche in acque sporche. A volte le nostre piante marciscono anche se tenute secche, quindi non è l’acqua che le fa marcire, ma il fungo che penetrando nei tessuti, sia per mezzo dell’acqua, che per altre cause, invade la pianta e la fa morire. E’ importante capire e tenere a mente questo: non è l’acqua che fa marcire ma il fungo che penetra nella pianta.
Presumo che tutti sappiano come le torbiere formate in milioni di anni dallo sfagno, che è poi diventato torba, contengano a volte in forma mummificata alberi e animali. Perché questo?
Quindi sia che utilizziamo sfagno vivo, che è molto soffice e potrebbe anche ricoprire le talee prima che queste emettano le radici, (a me non è mai successo) ma ha la capacità di mantenere più pulita l’acqua e areato e fresco il composto, sia che usiamo la torba, più pratica e facile da reperire, il risultato comunque non cambia. Avremo talee radicate velocemente e con bassi rischi di marciumi. Io consiglierei di tenere una vasca dove coltivare lo sfagno (che è molto bello da vedere), che potrete usare per talee che io chiamo “fatte al volo”; se cioè vi accorgete che una pianta dà brutti segni, potete fare subito una talea e depositarla a radicare sullo sfagno, immediatamente senza dover prima lasciar asciugare il taglio. Mentre per talee più “pensate” vi consiglio di disporre dei sottovasi alti rettangolari dove andrete a costruire un letto di torba soffice e molto ben bagnata, se volete la potete anche mischiare con un po’ di perlite in modo da non rischiare che si compatti troppo se dovesse seccare. Dentro a questa torba ponete tutte le talee che desiderate fare. E’ essenziale pulire le talee da tutte le parti morte come, ad esempio, se stiamo facendo talee di Conophytum o Lithops occorre togliere tutte le tracce di rami e foglie secche degli anni passati, questo per evitare di portare spore fungine in massa all’interno della torba. (certo la torba previene il marciume ma se noi glielo portiamo in massa a un certo punto cede). E’ buona cosa anche dare alle talee già ripulite una bella risciacquata sotto l’acqua.
Un’altra cosa che trovo importante è di non lasciare asciugare la cicatrice formatasi col taglio ma di porre immediatamente le talee sulla torba; mantenere poi la torba umida con aggiunte di acqua ogni tanto e anche nebulizzando in modo da mantenere fresche anche le talee.
Il tutto non dovrà essere messo sotto il sole cocente ma tenuto ombreggiato per evitare che il sole secchi il composto troppo in fretta. A parte la talea “al volo” che si fa per esigenza e quindi non siamo noi a sceglierne il periodo, la talea “pensata” va fatta essenzialmente nel periodo di maggior vigore della pianta (in questo periodo i marciumi sono ancora meno probabili). Per i Conophytum il periodo migliore è la ripresa vegetativa, quando sono pieni di energia vitale, che va da inizio settembre a fine ottobre. Per i Lithops trovo che il miglior periodo sia tra marzo e maggio; in pratica ogni genere ha il suo periodo migliore ma sempre alla ripresa vegetativa.
Ma in questo modo non vedrò mai marcire talee? La risposta è “si” ne vedrai ancora e nelle talee i motivi sono:
• Perché magari non è stata pulita bene dalle scorie in eccesso.
• Perché è troppo fuori stagione.
• Perché ormai la talea era troppo compromessa e non aveva più forza.
• Perché non è stata tagliata bene la talea; nei Conophytum e nei Lithops, ad esempio, ci deve essere un tantino di ramo, magari anche incarnato nella foglia, ma ci deve essere.
Autore: Lorenzo Stocco
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