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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Critica artistica
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commento critico a cura del proff. Vittorio Caracuta
Pittore funambolico, padrone dei colori e dell'immagine è Lorenzo Stocco. Subito agli occhi balza la sua passione per la fantascienza, di cui traduce in arte suggestioni e fascino misterioso, dando vita a quadri ricchi di inventiva e immediatezza.
Sarebbe dunque la fantasia l'ingrediente principe della sua opera, e certamente non gli manca, ma l'osservazione più attenta della sua pittura rischia di complicare alquanto l'analisi, poiché alla luce vengono altri e più reconditi aspetti della sua ispirazione.Innanzitutto ci accorgiamo che se anche è vero che il totale della figura appare quasi come una sorta di traslazione su tela della realtà virtuale e di un ipotetico iperuranio visionario, ognuno dei dettagli, dei particolari è invece alquanto realistico e tratto, come dire, da un universo tanto astronomico, quanto floreale e vegetale in genere.
Il suo apparirebbe allora come la fusione di mondi diversi in un universo unico che disvela il proprio carattere meramente simbolico e dunque denso di significati.La prevalenza di elementi vegetali e di tonalità verdi, suggerirebbe di definire la pittura di Stocco "metafisica verde" ,sia perché le immagini si qualificano come sguardo su di un sovramondo ideale, in cui ogni cosa si ripresenta mondata da ogni impurità e imperfezione, e specialmente la figura umana femminile, sia perché questo appare essere il termine di una ricerca di forme di vita superiori e ulteriori, le quali popolano la realtà fisica dell'universo, prima di superarla oltre ogni forma attuale verso una presenza ultima e divina. In pittura ci appare quasi l'immagine della quarta dimensione, dell'antimateria; un'oasi oltre il diaframma ignoto dei buchi neri, come a volerci dire che la vita non si ferma a ciò che conosciamo, bensì di gran lunga lo supera ; la visualizzazione del possibile attraverso il riferirsi all'impossibile.
Spesso d'altronde, la scienza stessa riesce a dimostrare che la realtà può essere superiore all'immaginazione che di essa noi facciamo.Un ultimo riferimento a certi copiosi particolari che rischiano di dimostrarsi simboli erotici, i quali però ci si offrono pacifici e come semplice simbologia di fertilità e di germinazione, visione del farsi delle cose e della natura fra bellissime e semidivine fanciulle rappresentanti natura naturans o naturata, a seconda della loro compiutezza stilistica, tra magiche ampolle di vetro, o forse bolle di sapone, che un soffio più forte rischierebbe di perturbare.
proff.Vittorio Caracuta,