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- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae
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Innesti e strane radici
Alcuni anni fa scrissi sempre per “Piante grasse” un articolo in cui parlavo della mia esperienza sugli innesti delle aizoaceae, quest’articolo ha avuto un discreto successo di divulgazione essendo stato, con mia sorpresa, anche tradotto in inglese e pubblicato nella autorevole rivista inglese dedicata allo studio di questa famiglia( m.s.g.Mesemb Study Group). Mi ricordo quando un mio amico di Portogruaro(VE) mi telefonò a casa per farmi i complimenti per la pubblicazione sul m.s.g io subito pensavo avevo inteso per la pubblicazione dell’A.I.A.S. ma lui subito mi corresse dicendomi che aveva appena ricevuto il bollettino inglese, io sbalordito non gli credetti subito e comunque gli dissi che non sapevo niente( ed era vero) anche perché io non conosco affatto l’inglese e non avrei così avuto certo la possibilità di scrivere quell’articolo, il tutto si concluse così, ma il giorno dopo quando arrivò anche a casa mia il bollettino rimasi veramente stupito a vedere pubblicato il mio articolo tradotto in lingua inglese. In quell’articolo devo fare oggi un piccolo errata corrige esattamente dove viene detto che i lithops fanno la muta, cioè cambiano la loro coppia di foglie due volte l’anno, nell’articolo sembra lo si voglia dire come la normalità, cosa non vera i lithops la muta la fanno solo una volta l’anno, nell’articolo si intendeva parlare delle piante innestate, infatti in quel punto gli inglesi hanno messo un bel punto interrogativo, è stato un errore veniale di correzione, una svista. Oggi vorrei tornare a parlare un po’ sugli innesti, intanto per farvi vedere le foto di quelle piante che stanno da allora ancora benissimo, come potete vedere, il L.lesliei ha ormai molte teste e delle bellissime fioriture.
qui sotto lithops lesliei in fioritura una delle prime piante che ho innestato anni fà, accanto un innesto di lithops gesinae v. annae
una faucaria che avevo innestato come primo esperimento non ce l’ho più , l’ho regalata ad amici, il bello è che non ricordo più a chi, spero solo che sia ancora viva, ho poi innestato ancora alcuni lithops dei quali qualcuno l’ho tenuto, ma non ho proseguito tanto con lo studio di questa materia che secondo me meriterebbe un po’ di attenzione sebbene sia spesso snobbata da tanti. Ebbi l’occasione di parlare anche con Cole (esperto in materia di lithops e scopritore di molte nuove specie), il quale mi parve anche lui poco interessato( il problema principale però fu farsi capire, perché non trovai un buon traduttore e quindi non so se è giusto quello che ho capito), mi disse di alcuni tentativi che furono fatti non so da chi, ma vissero pochissimo ed era stato dedotto che un innesto di lithops non era destinato a durare, in questa cosa c’è almeno un errore importante, le lithops non vanno tagliate al di sopra della giunta fogliare altrimenti l’innesto è veramente da buttare, è come se andassimo ad innestare le foglie delle piante e non le piante, l’innesto va fatto usando la parte radicale della pianta ed a spacco su piante del tipo tricodiadema, delosperma o simili. Anche su internet ho visto spesso pubblicati come un successo degli innesti di lithops destinati al massimo tra un paio d’anni a fallire, uno dei motivi del loro fallimento sta come detto prima che si continuano ad usare le foglie scambiandole per il fusto, un altro motivo di fallimento è che su quelle foto pubblicate su internet le lithops erano state innestate su supporti di cactaceae o euphorbiaceae, cioè delle famiglie completamente diverse, in questi casi le lithops possono attaccarsi al supporto come incollate e quindi sembrare un innesto riuscito ma in realtà rimangono semplicemente inerti fino all’esaurimento della scorta nutritiva che hanno al loro interno , dato che questa è lenta ad esaurirsi possono passare anche mesi e penso anche fino a due anni prima che si verifichi la morte totale, da qui l’errore di credere nella riuscita dell’innesto.
ALTRE FOTO DI INNESTI:
Cambio un po’ argomento parlando anche della possibilità della radicazione fogliare nelle lithops, mi è capitato e mi capita a volte sia per scottature del colletto sia per la mia imbranataggine nel muovermi nella serra strapiena, di decapitare alcune teste di lithops, ebbene spesso queste riescono a radicare, bisogna lasciare asciugare le ferite e semplicemente lasciarle appoggiate sopra il vaso asciutto rinfrescandole durante l’estate con delle leggere nebulizzate, dopo qualche tempo si possono interrare tra la graniglia del vaso ed annaffiare esse nel primo periodo avranno formato un piccolo callo che una volta interrato emetterà delle radici anche robuste, per adesso il metodo non ha mai prodotto piante nuove ma solo la vita allungata anche di due o tre anni della foglia che però prima o poi muore definitivamente non essendo riuscita a formare getti, io non ho studiato botanica e quindi non so usare i termini giusti in tutti i casi, ma mi sembra che da parte dei lithops ci sia la possibilità di radicare, e quindi di creare organi vegetativi sotterranei per il nutrimento, dalle foglie, ma le stesse non hanno le informazioni necessarie per creare nuovi organi vegetativi aerei cioè nuove piante, al momento che scrivo sto facendo un ulteriore esperimento su questo tipo di radicazione. Un’altra stranezza che mi è capitata sempre nelle lithops, è stata una radicazione sempre di tipo fogliare a che invece di uscire nel terreno si è sviluppata all’interno del corpo fogliare e correva attorno alla foglia subito sotto alla pelle visualizzandosi esternamente con delle venature che percorrevano tutta la pianta, questo tipo di radicazione è riportato anche in alcuni libri che parlano specificatamente dei lithops.
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