- Dettagli
- Scritto da Lorenzo Stocco
- Categoria: Le Aizoaceae
- Visite: 746
Proteggersi dalla calura
MITROPHYLLUM
Abbiamo visto, in uno dei recenti articoli già pubblicati, come sia comune nella famiglia delle aizoaceae la caratteristica di foglie cigliate o assomiglianti a dentature, altre caratteristiche accomunano i generi di questa famiglia una di queste fa parte di un sistema di difesa contro la calura e l’aridità del periodo secco ed è l’accoppiatura delle foglie e/o il cosiddetto “manicotto”.
PRENIA SLADENIANA
Una pianta, sebbene non sia emblematica, a me piace particolarmente per come rimane durante il riposo è Prenia sladeniana le due foglie apicali combaciano perfettamente fino a formare come un uovo appuntito, sono di un colore verde-grigio molto chiaro con bordature rossicce, una piccola punta all’apice se sezionate sembrerebbero più che un uovo, un cuore rovesciato, non sono piene ma sottili e quindi lasciano al loro interno una camera d‘aria in cui rimane protetta la gemma vegetativa apicale già abbozzata, il resto dei rami rimane completamente spoglio e disseccato e diventa di un colore bianco candido quasi a voler riflettere il calore solare( anche questa è una difesa) , una particolarità di questa specie è che sia le foglie vegetative che le due incaricate alla difesa nel periodo secco, sono uguali, mi preme sottolinearlo perchè normalmente e più facile trovare che le foglie del periodo secco siano diverse da quelle del periodo vegetativo e a volte anche di molto, in prenia sembra che vi sia la specificità di essere sempre pronta ad un periodo secco improvviso dato che inizialmente le foglie crescono sempre appaiate,
PRENIA SLADENIANA
l’unica diversità è che se c’è abbondanza di acqua esse si aprono molto presto mentre se il periodo si preannuncia secco restano attaccate e crescono senza staccarsi per poi fermarsi in attesa della pioggia, la pianta è quindi preparata a subire periodi secchi improvvisi, ma però se stimolata con acqua durante il riposo non sembra rispondere altrettanto istantaneamente, non è quindi da inserire nell’elenco delle piante approfittatrici ma tra quelle che subiscono in natura periodi secchi anche durante il normale ciclo vegetativo è quindi una specie atta a vivere in luoghi estremamente aridi, io personalmente la trovo molto interessante ed elegante, artisticamente bella!
CHEIRIDOPSIS PECULIARIS
Un classico invece lo troviamo in cheiridopsis peculiaris in cui potremmo notare la notevole diversità fogliare a seconda se siamo alla presenza di una pianta in riposo o in vegetazione, nel genere cheiridopsis molte delle specie hanno una certa diversità fogliare tra il riposo e la vegetazione ed essa è prevalentemente messa in risalto dal manicotto di protezione che disseca gradualmente durante l’estate per poi aprirsi, per decifrare meglio alcune diversità delle foglie vegetative e quelle del riposo è bene iniziare col coltivare piante con queste caratteristiche molto evidenti come appunto Cheiridopsis peculiaris, con questo tipo di piante è molto semplice anche capire quando smettere di bagnare essendo loro stesse ad indicarcelo con la fine del ciclo fogliare.
PLEIOSPILOS NELII
Altri generi con diversità fogliari accentuate sono: mitrophyllum, monilaria, dicrocaulon e meyerophytum, tutte a vegetazione invernale. Esse formano delle foglie globulari che rimangono assopite tutta l’estate all’interno dei resti secchi, una sorta di corto manicotto delle foglie vegetative, spuntano poi alla fine estate, quando i giorni ormai si stanno visibilmente accorciando e il grado di umidità notturno aumenta e noi cominciamo le prime annaffiate, dal loro centro usciranno poi le vegetative che saranno anche molto lunghe fino a 10 centimetri o oltre e da loro se sarà il tempo usciranno poi i boccioli floreali. Le foglie globulari sono presenti in monilaria e dicrocaulon, mentre in mitrophyllum troviamo foglie simili a quelle di cheiridopsis peculiaris, che danno anche il nome al genere, vale a dire a forma di mitra vescovile.
CONOPHYTUM STEPHANII
In lithops e conophyutm troviamo il massimo della protezione avendo essi due paia di foglie sempre molto appaiate e in molti casi, specie in conophytum, possiamo osservare come le vecchie foglie seccano e rimangano a proteggere, facendo da scudo, la nuova vegetazione già pronta ad uscire non appena arriveranno le prime piogge stagionali, il genere che batte tutti è forse però muiria hortenseae che ha le foglie cosi appressate tra loro che l’apertura e solo minimamente visibile ed inoltre sono anche rivestite di una fine peluria. I rivestimenti pelosi nelle aizoaceae non sono poi tanto rari, li possiamo particolarmente notare su alcune specie di gibbaeum e di conophytum, a volte al tatto le foglie sembrano vellutate e questo è segno, che se le osserviamo con una lente, facilmente scopriremo che quel vellutato nascondeva migliaia di piccolissimi peli.
CONOPHYTUM STEPHANII
Altra difesa tipica è il colore delle foglie che molto spesso non è di un verde scuro ma di un colore che sebbene abbia tendenzialmente del verde, è più portato verso un grigio molto chiaro a volte quasi bianco, il bianco si sa che riflette meglio la luce e quindi anche il calore che questa potrebbe provocare sulla pianta, da questa cosa possiamo anche dedurre che, piante molto chiare fino quasi al bianco, sono piante da habitat piuttosto assolati e caldi, mentre piante, con colori verdi più scuri, amano spesso habitat meno assolati e meno caldi ed anche probabilmente più piovosi, ecco quindi un modo per capire come trattare alcune piante delle quali magari non siamo riusciti a reperire il nome e i relativi dati sulla coltivazione.
MUIRIA HORTENSAE
Comments powered by CComment